Marta
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L’uso del modo indicativo.Il presente.

L’uso del modo indicativo

In italiano, tra le varie caratteristiche dei <a href="http://www.oilproject.org/lezione/verbi-italiani-attivi-passivi-coniugazione-verbo-transitivo-11008.html" target="_blank">verbi</a>, c’è quella relativa al modo in cui avviene l’azione e al tempo in cui essa si verifica. Tra i diversi “modi” finiti (accanto al congiuntivo, al <a href="http://www.oilproject.org/lezione/modo-condizionale-passato-presente-italiano-periodo-ipotetico-11013.html" target="_blank">condizionale</a> e all’<a href="http://www.oilproject.org/lezione/imperativo-italiano-modo-imperativo-grammatica-11015.html" target="_blank">imperativo</a>), l’indicativo è quello che esprime la realtà e la certezza che una certa azione sia avvenuta, avvenga adesso o avverrà nel futuro. Per esempio, si veda la differenza tra indicativo e congiuntivo nelle due frasi seguenti:

<blockquote>

Alberto <em>arriverà</em> domani (indicativo: non ci sono dubbi che Alberto sarà qui domani);
Credo che Alberto <em>arrivi</em> domani (congiuntivo: non è certo ma solo probabile che Alberto sarà qui domani).

</blockquote>

L’indicativo, che compare sia in proposizioni principali sia in proposizioni subordinate (come le oggettive, le dichiarative, le soggettive, le consecutive, le causali e molte altre ancora) si articola così in otto tempi:

<ul><li>I tempi semplici sono: presente, imperfetto, passato remoto, futuro semplice.</li><li>I tempi composti sono: passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore.</li></ul>

 

Il presente

Il presente indicativo è il tempo che si utilizza quando si vuole indicare uno stato o azione che si verifica contemporaneamente all’atto stesso dell’enunciazione Ad esempio:

<blockquote>

Luca <em>beve</em> l’aranciata;
Clara <em>sale</em> le scale.

</blockquote>

Il presente viene utilizzato anche per indicare un fatto consueto che si ripete con una certa regolarità, e in tal caso viene chiamato presente di consuetudine, detto anche presente iterativo o abituale. Ad esempio:

<blockquote>

Francesca <em>arriva</em> al lavoro alle nove;
Il treno per Roma <em>parte</em> alle otto e mezza.

</blockquote>

Quando invece il presente enuncia un fatto sempre vero (come nel caso di leggi scientifiche o definizioni matematiche), descrive elementi geografici, esprime verità ritenute universali o leggi dello Stato, oppure viene utilizzato per proverbi e citazioni, si chiama presente atemporale o “acronico”, ovvero un presente che non è correlato alla situazione presente in cui si parla ma che appunto è generale e senza tempo. Ad esempio:

<blockquote>

La somma degli angoli interni di un triangolo è 180° (legge geometrica);
Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno (legge dello Stato);
La Sardegna <em>è</em> un’isola del mar Mediterraneo (osservazione geografica);
Tanto <em>va</em> la gatta al lardo che ci <em>lascia</em> lo zampino (proverbio);
Voltaire <em>sostiene</em> che questo non <em>è</em> il migliore dei mondi possibili (citazione);
I cuccioli <em>sono</em> teneri (realtà considerata universale).

</blockquote>

Il presente si può anche usare nelle narrazioni in sostituzione a un tempo passato, per dare più immediatezza ai fatti a cui ci si sta riferendo; in tal caso si parla di presente storico. Ad esempio:

<blockquote>

Quando Cesare <em>si accorge</em> che anche Bruto faceva parte dei congiurati, <em>esclama</em> con dolore: “Tu quoque, Brute, fili mi!”

</blockquote>

Il presente, soprattutto nella lingua orale, può sostituire un tempo futuro; in questo caso, la sfumatura temporale è data da altri elementi della frase, come <a href="http://www.oilproject.org/lezione/grammatica-italiana-regole-avverbi-modo-tempo-luogo-interrogativi-10522.html" target="_blank">avverbi o loc</a>uzioni temporali. Ad esempio:

<blockquote>

Domani <em>vado</em> al mare.

</blockquote>
Oct 9, 2015 6:45 PM