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La ragione della sofferenza

Si può dire che il vero problema di ognuno di noi o perlomeno quello primario sia non essere coscienti di avere un problema?

Molto spesso sentiamo una più o meno pesante sofferenza psico-fisica causata da un evento quotidiano come una lite o un dubbio o quant'altro e non riusciamo a districare la matassa emotiva. Sapere la causa scatenante di una forte emozione negativa non significa capire il perché si soffra, perché se lo si sapesse riusciremmo a distaccarci da essa e portare quindi una prospettiva più ampia al problema.

Per esempio, se qualcuno mi ruba un oggetto è automatico che io mi arrabbi. Conosco la causa della reazione emotiva negativa ma non so spiegarmi il perché di essa. Infatti affermando che sono arrabbiato solo perché ho perso un oggetto guarderò il problema solo dal punto di vista superficiale e la rabbia non scomparirà. Riconosciamo di avere un problema e quindi possiamo dire di aver già risolto metà del problema, cioè riconoscere di avere un problema.

In un altro esempio: Se la mia ragazza mi tradisce l'insorgenza della rabbia è istantanea e questo potrebbe rendermi impulsivo e senza controllo, incapace di ragionare e sopratutto molto sofferente.

Se mi fermo un attimo riconosco di avere un problema e compio il primo passo nella risoluzione di esso, ma la sofferenza indubbiamente rimane.

A questo punto posso cercare di spiegare il perché della rabbia. In questo caso per esempio potrei spiegare che la causa della mia rabbia è dovuta alla perdita di un veicolo riproduttivo che mi è utile per soppravvivere e riprodurmi. Sono io a riprodurmi o i miei geni? Si riproducono i miei geni. Sono i miei geni? No.

Dopo questa analisi decisamente più dettagliata della ragione dell'esistenza del dolore emotivo riesco a disidentificarmi dai miei geni e a non soffrire più. La causa quindi della mia rabbia sarebbe l'identificazione con il mio corredo genetico. È sicuramente una spiegazione che va più al succo della cosa rispetto ad una spiegazione più semplice come: "Sono arrabbiato perché la mia ragazza mia ha tradito".

Credo che nessuno potrebbe sentirsi meglio dopo aver affermato qualcosa del genere mentre posso dire che con l'analisi di qualche riga più sopra ci si può sentire molto meglio, anche se personalmente non mi è mai capitato di essere tradito ma posso dire con certezza che un'analisi di questo tipo porta sempre a capire che la causa del nostro dolore non è altro che l'identificazione con i nostri meccanismi istintivi.

Il problema sta appunto nel non riuscire a creare uno spazio fra noi e le nostre emozioni negative o più semplicemente: non capire di avere un problema. Se per fortuna riuscissimo a riconoscere di avere un problema, come nel primo esempio, potremmo considerarci già a metà del lavoro, cioè a metà del processo di risoluzione del problema. Potremmo quindi dire che a questo punto conosciamo il problema principale e lo abbiamo risolto("Riconosco di avere un problema") ma il problema secondario che consiste nel non riuscire a spiegare la ragione della sensazione negativa rimane insoluto.

Mentre nel secondo esempio ho compiuto entrambi gli step e il problema si può considerare risolto.

Mar 29, 2014 3:56 PM
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Se posso.. a mio avviso il problema non è "non riconoscere di avere un problema", ma riconoscerlo e scaricare automaticamente la colpa su qualcun/qualcos'altro.. non perchè la colpa sia effettivamente di altro, ma perchè fa più comodo! 

April 24, 2014