Sylvia Carrasco
Mediterraneo Forse perché la mia infanzia continua a giocare sulla tua spiaggia. E nascosto tra le canne, dorme il mio primo amore, porto la tua luce e il tu odore dovunque io vada. Ed impilato sulla tua sabbia, conservo amore, giochi e pena. Io che sulla pelle ho il sapore amaro dell’eterno pianto Che hanno versato sopra di te centinaia di popoli Di Algeciras a Istanbul, Per dipingere di blu, le tue sere d`inverno E a forza di sventure, La tua anima è profonda e scura. Ai tuoi tramonti rossi, si abituarono i miei occhi, come le anse al sentiero. Sono cantore, sono bugiardo, mi piacciono il gioco e il vino, ho l`anima di marinaio. Che ci posso fare se io, nacqui sul Mediterraneo Ti approssimi e te ne vai, dopo baciare il mio villaggio. Giocando con la marea, te ne vai pensando in tornare, Sei come una donna profumata di catrame, Che si anela e si ama, Che si conosce e si teme Se un giorno, per la mia disgrazia, venisse a cercarmi la parca. Spingete sul mare la mia barca con il levante autunnale e lasciate che il temporale sgrossa le sue ali bianche. E seppellirmi senza lutto, fra la spiaggia e il cielo. Nel versante di un monte, più alto dell`orizzonte, voglio avere una bella vista. Il mio corpo sarà sentiero, gli darò verdi ai pini e giallo alla ginestra. Vicino al mare, perché io, nacqui sul Mediterraneo
Dec 26, 2014 12:35 PM
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Mediterraneo

Forse perché la mia infanzia continua a giocare sulla tua spiaggia.
E nascosto tra le canne i canneti, dorme il mio primo amore, porto la tua luce e il tuo odore dovunque io vada.
Ed impilato(?) sulla/disposti sulla tua sabbia, conservo amore, giochi e pena.
Io che sulla pelle ho il sapore amaro dell’eterno pianto
Che hanno versato sopra di te centinaia di popoli
Di Da Algeciras a Istanbul,
Per dipingere di blu, le tue sere d`inverno
Ed a forza di sventure,
La tua anima è profonda e scura.
Ai tuoi tramonti rossi, si abituarono i miei occhi, come le anse al di un sentiero.
Sono cantore, sono bugiardo, mi piace ciono il gioco ed il vino, ho l`anima di (un)marinaio.
Che ci posso fare se io, nacqui sul Mediterraneo
Ti approssimi e te ne vai, dopo baciare il mio villaggio.
Giocando con la marea, te ne vai pensando in di tornare,
Sei come una donna profumata di catrame,
Che si anela (inala) e si ama,
Che si conosce e si teme
Se un giorno, per la mia disgrazia, venisse a cercarmi la parca.
Spingete sul mare la mia barca con il levante autunnale e lasciate che il temporale sgrossi le sue ali bianche.
E seppellirmisca senza lutto, fra la spiaggia e il cielo.
Nel versante di un monte, più alto dell`orizzonte, voglio avere una bella vista.
Il mio corpo sarà sentiero, gli darò verdie ai pini e giallo alla ginestra.
Vicino al mare, perché io, nacqui sul Mediterraneo

December 27, 2014
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