William
Il uomo strano Adriano era un uomo strano. Era il tipo a chi niente piace di più che trascorrer un pomeriggio intero fare null'altro che strappare pagine da una grammatica tedesca o da qualche altro libro noioso e fitto che si può trovare nella biblioteca. Forse comunque questo si possa capire, perché allora era una cosa in cui primeggiava molto (per giunto una delle poche cose così). Veramente nessun lo potesse fare così velocemente come lui, né così virtuosamente né così artigianalmente. Il dolce modo in cui traeva bella musica dai libri, sempre assaporando profondamente i piccoli rumori tutti quanti dal strappare, addirittura non era uguagliato in bravura. Era un giorno come molti, e Adriano stava facendo la stessa cosa come sempre. Ora aveva una grammatica tedesca, che davvero era il suo tipo di libro preferito. Mentre una ragazza assai perplessa lo guardava dal angolo, lui veniva alla pagina cento quarantotto: la morfologia della passato remoto congiuntivo nel condizionale controfattuale. —Ah! Come saporoso!—pensò lui—questo sarà un'aggiunta squisita e preziosa alla mia collezione; per giunta è la cima della dramma e della suspense nel libro! Aveva attualmente una collezione enorme di pagine così. Godeva sempre il pensiero che eventualmente avrebbe potuto leggere solo le parte le più interessanti di tutti i fitti libri nella biblioteca. Poi avrebbe avuto tutto ciò che si può volere della vita, e lo andava ottenendo a poco a poco. Presto sarebbe stato nel suo camera l'apoteosi dell'erudizione insulsa e insipida. Il ottimo della grammatica, il più meraviglioso della lingua, l'eccelso della letteratura arcana, e i più noiosi sezioni del dizionario. Che cosa poi non si possa trovare tra tal collezione? Avrebbe avuto tutto di cui mai non si può aver bisogno, non è vero? Onestamente, che cosa avrebbe potuto mancare? Cosa sarebbe stato troppo grande per esister in quelle piccole pagine? Forse il scopo della vita? Forse la bellezza dell'esperienza umana? Forse amore?
May 26, 2015 8:16 PM
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 <em>L'</em>uomo strano <em>[io direi "un uomo strano"]</em>

Adriano era un uomo strano. Era il tipo a<em> cui</em> niente piace di più che <em>trascorrere</em> un pomeriggio intero <em>a</em> fare null'altro che strappare pagine da una grammatica tedesca o da qualche altro libro noioso e fitto che si può trovare <em>in</em> biblioteca. Forse questo si <em>sarebbe comunque [-->io separerei "forse" da "comunque"] potuto</em> capire, perché allora era una cosa in cui primeggiava <em>assolutamente</em> (per <em>giunta</em> una delle poche<em> [--> basta, si capisce]</em> ). Veramente <em>nessuno</em> lo <em>sapeva</em> fare così velocemente come lui, né così virtuosamente né così <em>artisticamente [--> in modo artistico, è questo che intendevi?]</em>. Il dolce modo in cui traeva bella musica dai libri, sempre assaporando profondamente i piccoli rumori tutti quanti <em>dello</em> strappare, addirittura non <em>aveva eguali</em> <em>[--> se usi "non era egualiato" ci si aspetta che espliciti da chi]</em> in bravura.
Era un giorno come molti e Adriano stava facendo la stessa cosa <em>di</em> sempre. Ora aveva una grammatica tedesca, che davvero era il suo tipo di libro preferito. Mentre una ragazza assai perplessa lo guardava <em>dall'</em>angolo, lui <em>arrivava</em> alla pagina <em>centoquarantotto</em>: la morfologia <em>del</em> passato remoto congiuntivo nel condizionale controfattuale.
—Ah! Come <em>è</em> saporoso<em> [-->ok, ma io userei "gustoso"]</em> —pensò lui—questo sarà un'aggiunta squisita e preziosa alla mia collezione; per giunta è <em>il culmine</em> <em>del</em> dramma e della suspense nel libro! <em>[ahah!]</em>
Aveva <em>in realtà [--> "attualmente" è un false friend, non ha questa accezione]</em> una collezione enorme di pagine così. Godeva sempre <em>al</em> pensiero che eventualmente avrebbe potuto leggere solo le <em>parti</em> <em>più</em> interessanti di tutti i fitti libri <em>della</em> biblioteca. Poi avrebbe avuto tutto ciò che si può volere della vita, e lo andava ottenendo a poco a poco. Presto <em>ci </em>sarebbe <em>stata</em> <em>[--> there would have been]</em> <em>nella</em> suo camera l'apoteosi dell'erudizione insulsa e insipida. <em>L'ottimo</em> <em>[--> ok, originale, ma, più banalmente, si può dire "Il meglio"]</em> della grammatica, <em>le più grandi meraviglie</em> della lingua, l'eccelso <em>[--> "l'eccellenza"]</em> della letteratura arcana e <em>le</em> più <em>noiose</em> sezioni del dizionario. Che cosa poi non si <em>può</em> trovare <em>in</em> tal collezione? Avrebbe avuto <em>più di quanto non si possa mai</em> aver bisogno, non è vero? Onestamente, che cosa <em>sarebbe [--> una freccia non avrebbe mai potuto mancare il bersaglio, ma una cosa non sarebbe mai potuta mancare: uso transitivo di mancare con aus. avere, uso intransitivo con aus. essere]</em> potuto mancare?Cosa sarebbe stato troppo grande per <em>esistere</em> in quelle piccole pagine? Forse <em>lo</em> scopo della vita? Forse la bellezza dell'esperienza umana? Forse <em>l'</em>amore?

 

<em>Bello, originale, bizzarro! Mi ricorda certe pagine di "Momo" o de "Il piccolo principe". </em>

<em>Ciao! :)</em>

May 27, 2015

Il L'uomo strano

Adriano era un uomo strano. Era il tipo a cui niente piace di più che trascorrer un pomeriggio intero a fare null'altro che strappare pagine da una grammatica tedesca, o da qualche altro libro noioso e fitto, che si può trovare nella biblioteca. Forse comunque questo si può capire, perché allora era una cosa in cui primeggiava molto (per giunta una delle poche cose così). Veramente nessuno lo poteva fare così velocemente come lui, né così virtuosamente, né così artigianalmente manualmente. Nel dolce modo in cui traeva bella musica dai libri, sempre assaporando profondamente tutti quanti i piccoli rumori dello strappare, addirittura non ne era eguagliato in bravura.
Era un giorno come molti, e Adriano stava facendo la stessa cosa come sempre. Ora aveva una grammatica tedesca, che davvero era il suo tipo di libro preferito. Mentre una ragazza assai perplessa lo guardava dall' angolo, lui veniva alla pagina centoquarantotto: la morfologia del passato remoto congiuntivo nel condizionale controfattuale.
—Ah! Com'é saporito!—pensò lui—questo sarà un'aggiunta squisita e preziosa alla mia collezione; per giunta è la cima del dramma e della suspense nel libro!
Aveva attualmente una collezione enorme di pagine così. Godeva sempre del pensiero che, eventualmente avrebbe potuto leggere solo le parti le più interessanti di tutti i fitti libri nella biblioteca. Poi avrebbe avuto tutto ciò che si può volere dalla vita, e lo andava ottenendo a poco a poco. Presto sarebbe stato nella sua camera l'apoteosi dell'erudizione insulsa e insipida. L' ottimo della grammatica, il più meraviglioso della lingua, l'eccelso della letteratura arcana, e le più noiose sezioni del dizionario. Che cosa poi non si possa trovare in tale collezione? Avrebbe avuto tutto di cui mai non si può aver bisogno, non è vero? Onestamente, che cosa avrebbe potuto mancare? Cosa sarebbe stato troppo grande per esister in quelle piccole pagine? Forse lo scopo della vita? Forse la bellezza dell'esperienza umana? Forse amore?

May 26, 2015
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