Il linguaggio sboccato
Può darsi, io sono un po’ bisbetica, ma, secondo me, il linguaggio sboccato è un problema del nostro tempo.
<em>[Ok, ma io direi: "Può darsi che io sia un po' bisbetica, ma..."]</em>
Le persone che hanno <em>un</em> contegno prudente, non <em>ciarlano</em> usando le <em>parolacce</em>. Certo che essere <em>asettici</em> non va bene, ma quando sento qualche motto con “<em>beeeeeep</em>” <em>[ti ho censurata, eheh!]</em> in russo, o quando uno usa qualche altra parola del genere mentre ferve <em>una</em> disputa, mi pare che io mi sono fatta una scottatura all’orecchio <em>[o "che mi scotti l'orecchio"]</em>. Non mi <em>aggrada</em> affatto quando <em>qualche</em> <em>["un certo moccioso" vuol dire che ti riferisci a un moccioso in particolare, di cui non vuoi fare il nome] </em>moccioso <em>["moccioso" è spregiativo]</em> ricalca <em>qualche</em> motto <em>[ o "certi motti"] </em>degli adulti senza accorgersene. Col cuore in tumulto penso <em>alle</em> ulteriori implicazioni che possono <em>esserci</em> nella vita di quel bambino. Temo che adesso la nostra lingua <em>sia lì lì per</em> l’impoverimento <em>[= "stia per impoverirsi"; è questo che intendi?]</em>. <em>Un</em> <em>[o "Il mio"]</em> consiglio prudente sarebbe di non usare il linguaggio sboccato, insomma.
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<em>Curioso, io ero proprio uno di quei mocciosi sboccati, eheh!</em>
<em>Ciao! :)) </em>