Comunque la riflessione interessante è questa: anche io mi scorno con i verbi inglesi e le loro varie applicazioni a seconda che l'azione sia finita, in corso, recentemente finita, che la persona sia morta, vivente o morente e chissà cos'altro.....
Il fatto è, riguardando questi specchietti, che un italiano (che parli correttamente italiano) di queste regole non gliene frega più nulla.
Es: Incontro Luisa adesso. Lei pensa che io abbia fatto un viaggio a Londra 1 mese fa. penso:"Luisa pensa che io sia andato a Londra"
Oppure Luisa pensa che ci andrò fra 1 mese:
"Luisa pensa che io andrò a Londra"
Se invece ho incontrato Luisa precedentemente posso dire:
"Luisa pensava che io sarei andato a Londra"
MA, per me, come per un inglese nella sua lingua, è del tutto naturale che sia così. Il "suono" della frase è ok, come per una sinfonia di Mozart.
"Luisa pensava che andrò a Londra". In questo caso è entrato un gatto arrabbiato nella sala concerti oppure un violinista ha completamente sbagliato una nota.
Io le regole non me le ricordo più. Capisco che le dobbiamo studiare ma solo il giorno che le butteremo via potrebbe essere il giorno buono in cui parleremo correttamente quella lingua.
Per adesso, continuiamo a sputare sangue su esse :(