Probabilmente non sarete d'accordo (anzi, di sicuro!), ma io credo che la nostra utilità, in quanto fruitori dell'italiano piuttosto che docenti, sia quella di far vedere le eccezioni, oltre che la regola. Che la traduzione "ufficiale" sia "ci vuole molto tempo" è abbastanza assodato, e qualsiasi libro di grammatica ce lo conferma. Ma alla domanda: posso tradurre letteralmente "takes time" come "prende tempo"? non mi sentirei di rispondere "no, a prescindere". Credo valga la pena mostrare il ventaglio delle possibilità, perchè a mio avviso non esiste un unico modo corretto di tradurre. Le traduzioni non sempre sono corrispondenze biunivoche. E' vero, "ci vuole molto tempo" sarebbe la cosa più ovvia, ma siate onesti: nessuno di voi ha mai detto "ci si mettono due ore per andare da Roma a Frosinone?" Nessuno di voi ha mai sentito "mi ha preso tardi" nel senso di "ho fatto tardi"? Oppure "mi prenderebbe un sacco di tempo e quindi non posso farti questo favore" o roba del genere?
Possiamo accapigliarci se sia giusto o sbagliato, se l'Accademia della Crusca sia d'accordo o meno, ma il dato di fatto è che la lingua italiana è una cosa viva e polimorfa (per fortuna) anzi, tutte le lingue lo sono. La necessità di confrontarsi con i nativi nasce proprio dal fatto che i libri di grammatica da soli non bastano, conoscere tutte le regole non ci fa parlare come parlerebbe un madrelingua, spesso per parlare come un madrelingua le regole bisogna trasgredirle....