Negli ultimi anni sempre più persone si stanno approcciando allo studio della lingua italiana per motivi diversi. Alcuni perché innamorati del Bel Paese, altri per puro piacere, altri ancora per necessità. Fatto sta che, addentrandosi nello studio di questa lingua, molte persone capiscono che non è così facile. In questo articolo, vogliamo svelarti alcune nozioni di italiano di base per poter destreggiarti nel Bel Paese, senza timore.

Sei pronto a scoprire qualche segreto di questa lingua così amata nel mondo?

L’importanza dell’italiano di base

Innanzitutto, che cosa si intende con italiano di base? Si intendono le nozioni base della lingua italiana. Vediamo, quindi, insieme alcune strutture fondamentali per imparare non solo la lingua, ma anche a comunicare in modo educato.

Forse non lo sai, ma gli italiani sono un popolo formale. A una prima occhiata, non si direbbe perché gli italiani passano l’immagine di essere confusionari, chiacchieroni e casinisti. Invece, devi sapere che per un italiano è importante distinguere i contesti e quindi, l’uso della lingua. Per esempio, in un contesto lavorativo non trattare il capo o il responsabile con il “tu”. In un colloquio di lavoro, mai usare il “tu”. All’università, mai e poi mai usare il “tu” con i professori. E così via.

Di seguito, scopriremo alcune strategie d’impatto da usare in Italia. Inoltre, ti daremo alcune nozioni di grammatica di base dell’italiano, per non sbagliare più nei primi approcci.

Formale o informale: differenza e modalità d’uso

La prima cosa fondamentale e necessaria da imparare è l’uso della formalità. Immagina di essere in Italia e di dover chiedere delle informazioni perché non sai dove andare. In questo caso, ti devi approcciare usando il Lei. Una frase che puoi usare è la seguente: “mi scusi, sa dirmi dove si trova il museo…?”, risultando così educato e gentile. In italiano si usa il formale con gli sconosciuti o con persone più grandi. Inoltre, viene usato in contesti lavorativi e scolastici.

Il pronome personale soggetto associato alla formalità è il “Lei” e il verbo deve essere alla terza persona singolare.  Mentre, il pronome “tu” è associato all’informalità e il verbo è sempre alla seconda persona singolare. Un altro elemento che indica formalità è l’uso della parola “Signore/Signora”. Per esempio, se voglio salutare il mio vicino di casa che è anziano dirò: “Buongiorno Signor Rossi, come sta?”. Se invece conosco il mio vicino di casa ed è giovane, userò il “tu”, dicendo: “Ciao Matteo, come stai?”.

Hai colto la differenza tra le due frasi? Questo è un esempio d’uso del “Lei” e del “tu”. Probabilmente, ti starai chiedere dov’è il pronome “Lei” nella frase formale appena indicata. Il “Lei” è sottinteso, ma gli elementi che indicano l’uso del formale sono “Signor + cognome” e il verbo alla terza persona singolare “sta”. Infatti, devi sapere che in italiano è molto frequente usare il cognome per chiamare una persona. In particolare, quando usiamo la formalità, il cognome è obbligatorio. Perciò, non ti sorprendere quando in Italia qualcuno ti chiamerà per il tuo cognome, è normale.

Essere o non essere: quando lo usiamo?

cognome, è normale.  Essere o non essere: quando lo usiamo?

In italiano esistono due verbi ausiliari importantissimi: essere e avere. Ribadiamo, sono verbi importantissimi e impararli fin da subito può facilitare la tua vita. Magari non la tua vita, ma il tuo studio! Perché questi verbi sono così importanti? Perché sono alla base di tantissime costruzioni grammaticali e tempi verbali. Per facilitare la tua vita, ti indichiamo, di seguito, quando devi usare il verbo essere e quando il verbo avere.

Essere

1. dire il proprio nome o di qualcuno: io sono Valeria, lui è Giacomo;

2. nazionalità: noi siamo italiani, loro sono francesi;

3. professione: Mattia è ingegnere, Giovanna è psicologa;

4. provenienza: io sono di Genova, tu sei di Madrid?

5. con gli aggettivi: il mio zaino è rosso, Luca è gentile.

Inoltre, il verbo essere si usa in alcune espressioni:

  • essere stanco: in questi giorni sono proprio stanca;
  • essere felice: Alberto è un bambino felice;
  • essere in ritardo: Carlo è sempre in ritardo;
  • essere puntuale: Elisa è sempre molto puntuale;
  • essere annoiata: Anna è annoiata;

Avere

1. età: Alessia ha 25 anni;

2. caratteristiche: il mio gatto ha il pelo rosso;

3. possesso: ho una macchina nuova.

Come il verbo essere, anche avere è usato in alcune espressioni:

  • avere fame: abbiamo tanta fame;
  • avere sete: oggi fa caldo e ho sete;
  • avere sonno: ho sonno, vado a letto;
  • avere freddo: abbiamo freddo;
  • avere caldo: abbiamo caldo;
  • avere paura: tu hai paura di tutto;
  • avere ragione: lui ha sempre ragione;
  • avere voglia di: ho voglia di un gelato.

Spesso, sorgono dubbi sull’uso di “essere” o “stare”. Il verbo “stare” si usa per esprimere una condizione fisica e psicologica temporanea o per esprimere il rimanere in una condizione o luogo. Di seguito, vediamo alcuni esempi:

  • come stai? Sto bene, grazie;
  • stai a casa oggi?
  • stai zitto, non dire nulla!

Gli articoli determinativi

In italiano esistono ben otto articoli determinativi, cinque maschili e tre femminili. Dunque, esistono alcune regole specifiche in cui si deve usare uno piuttosto che un altro. Di seguito, riportiamo una tabella con tutti gli articoli e poi, l’uso pratico.

MASCHILEFEMMINILE
SINGOLAREPLURALESINGOLAREPLURALE
il lo l’i gli glila l’le le

Vediamo ora qualche esempio:

  • il bambino > i bambini
  • il ragazzo > i ragazzi
  • lo studente > gli studenti
  • lo stato > gli stati
  • l’albero > gli alberi
  • l’ombrello > gli ombrelli
  • la bambina > le bambine
  • la ragazza > le ragazze
  • l’amica > le amiche
  • l’idea > le idee

Ora che abbiamo visto quali sono gli articoli, scopriamo quando usare l’articolo “lo” al maschile e quando usare “il”. Ecco alcune regole preziose da memorizzare per non sbagliare mai.

Si usa l’articolo “lo” quando:

  1. un nome inizia per “s+ consonante”: lo studente, lo spagnolo, lo squalo, lo studio
  2. un nome inizia per “p+s”: lo psicologo, …
  3. un nome inizia per “p+n”: lo pneumatico, …
  4. un nome inizia per “z”: lo zaino, lo zoo, …
  5. un nome inizia per “y”: lo yoghurt, …
  6. un nome inizia per “gn”: lo gnomo, …
  7. un nome inizia per “x”: lo xilofono, …

Negli altri casi si usa l’articolo “il”. Inoltre, ricorda che quando al singolare si usa “lo”, l’articolo plurale è sempre “gli”: gli studenti, gli zaini, gli gnomi, …

Quando un nome inizia per vocale, sia al femminile, sia al maschile, si usa l’articolo “l’” come riportato negli esempi. Tuttavia, devi fare attenzione all’articolo maschile: con il plurale devi usare “gli”.

Gli articoli indeterminativi

Riportiamo subito una tabella con gli articoli determinativi e poi li analizzeremo.

MASCHILEFEMMINILE
SINGOLARESINGOLARE
un unouna un’

Come puoi notare, non abbiamo riportato il plurale nella tabella. Per ora, impara bene questi articoli e il loro uso poiché, l’italiano di base serve per seminare le basi della lingua. Ora, ti poniamo una domanda: secondo te quando uso l’articolo indeterminativo “uno”? Esatto! Le regole sono le stesse dell’uso dell’articolo “lo”.

Fai molta attenzione a come usare l’articolo “un” al maschile, davanti a un nome che inizia per vocale. È un errore molto comune mettere l’apostrofo davanti al nome. Ora che sai che è un errore, non lo usare mai. Ecco, alcuni esempi:

  • un inverno
  • un albero
  • un uomo
  • un esempio

Le preposizioni di, a, da

Vediamo ora come usare le preposizioni semplici di, a, da, per indicare la provenienza o la permanenza.

DIAIN
Io sono italiana, di Palermo. Io sono francese, di Marsiglia. Io sono argentina, di Mendoza. Io sono tedesco, di Francoforte. Io sono cinese, di Pechino. Io sono colombiano, di Bogotá.Io vivo a Firenze. Io vivo a Parigi. Io vivo a Buenos Aires. Io vivo a Berlino. Io vivo a Shangai. Io vivo a Medelín.Io vivo in Italia. Io vivo in Francia. Io vivo in Argentina. Io vivo in Germania. Io vivo in Cina. Io vivo in Colombia.
DI + CITTÀA+ CITTÀIN+STATO

Come puoi notare, queste tre semplici preposizioni sono molto importanti quando vuoi spiegare da dove vieni o dove vivi. Gli italiani sono curiosi, quindi ti chiederanno spesso “di dove sei?”. Imparare l’uso di queste preposizioni ti aiuterà tantissimo quando inizierai a interagire con loro, evitando gli errori.

Riassumendo

Riassumendo, in questo articolo ti abbiamo fornito alcune informazioni di grammatica di base dell’italiano. Ma, se imparare l’italiano è il tuo sogno nel cassetto, allora devi assolutamente estrarlo da lì! Quello che abbiamo voluto mostrarti in quest’articolo, è un primo approccio alla lingua del Bel Paese. Tuttavia, approfondire lo studio della lingua, affidandoti a un professore di italiano che ti guidi passo a passo, è un’ottima opportunità. Non lasciare ammuffire il tuo sogno in quel cassetto. Aprilo e dagli aria. Agisci il prima possibile, incontrando un professore adatto a te.

Come è stato detto all’inizio, le persone imparano l’italiano per motivi diversi: amore per la lingua, per il Bel Paese, per la cucina. Se anche tu ami la cucina italiana e vuoi imparare la lingua attraverso la tua passione, leggi “Come imparare l’italiano con le ricette[CP1] ”.

Vuoi imparare una lingua su italki?

Ecco le migliori risorse per te!