Dai 5 ai 17 anni, ho frequentato una scuola cattolica gestita da preti. C'erano
tante regole; secondo me, la maggior parte non avevano senso. La scuola è un
ottimo posto per imparare a seguire una struttura, ma sarebbe bello che fosse
certa logica e un senso di priorità. Propongo in primo luogo: il benessere degli
studenti, secondo: lo sviluppo delle abilità intelettuali/sociali/ecc., terzo:
l'acquisizione di conoscenza generale, e soltanto come punto finale - sì, il
respeto alla autorità, ma senza sacrificare i punti precedenti. Fortunatamente,
mi sono sempre adattata facilmente a qualsiasi situazione (direi che questa è la
mia più grande abilità). Purtroppo, ogni giorno vedevo bambini e ragazzi a cui
quelle regole colpivano di più. Alcuni ragazzi non erano ammessi in classe
perchè loro capelli erano 1 cm più linghi, o perchè le scarpe avevano una
piccolissima parte con un po' di colore (forse solo il logo di Nike in blue,
sulle scarpe di ginnastica). Quando alcuno di noi dimenticava di prendere il
libro fuori l'armadietto prima la lezione, non c'era permesso di farlo dopo.
L'armadietto era lì, in classe, circa 1 metro da te. Non continuerò a dirvi
tutto quello che mi sembrava insensato, il testo diventerebbe lunghissimo!