3) voglio, desidero
Richiede molti esempi e varie considerazioni.
Ecco un inizio: (due considerazioni)
c1) La realizzazione di una volonta` implica un atto di sforzo, tenacia, fatica.
c2) La realizzazione (anzi: soddisfazione) di un desiderio implica poco sforzo ma molta gratifica, cioe` godimento.
Devo pero` aggiungero che molto spesso usiamo /volere/ per significare /desderare/ e quindi la distinzione (c1), (c2) non funziona piu` bene.
Ad esempio un bambino dice alla propria madre /voglio un gelato/,
e ovviamente si tratta di un caso del tipo (c2).
Un innamorato dice /voglio te/, oppure /ti desidero/, con una differenza di sginificato: /voglio te/ indica anche /ho scelto te/, e /desidero/ ha una implicazione di /desiderio da realizzare/, cioe` /attrazione/.
A volte al telefono si ha questo dialogo di inizio:
a) Buongiorno c'e` ABC ?
b1) Chi la desidera ?
(b1) E` meglio di 'chi la vuole'
Oppure (piu` distaccato e quasi autoritario) :
b2) Con chi sto parlando ?
In genere comunque usiamo il verbo /volere/ con piccole eccezioni, se vogliamo indicare affetto:
Esempi:
-- desidero tanto che tu vada presto dal medico per una visita di controllo
In una lettera:
-- Caro Zio, tutti noi desideriamo vederti presto, verrai da noi appena tornato dal tuo viaggio ?