Ogni giorno parlando, senza rendercene conto, utilizziamo figure retoriche. Ma le principali figure retoriche quali sono e come si usano? 

Scopriamolo insieme in questo articolo. 

La prima cosa da definire è il significato della figura retorica

Cos’è una figura retorica? 

La figura retorica è una forma di espressione linguistico-letteraria il cui scopo è quello di donare all’enunciato un effetto di significato o un effetto sonoro. 

Le figure retoriche, nella lingua italiana, sono chiamate anche artifici retorici. Sono delle tecniche espressive, potremmo dire degli accorgimenti espressivi che un parlante o uno scrittore utilizza. 

Sicuramente in italiano il linguaggio con le figure retoriche diventa più espressivo ed efficace. 

Ma perché si chiamano figure retoriche

Nel V secolo a.C. a Siracusa nasce l’arte retorica, diffusa soprattutto ad Atene. La retorica è considerata un’arte che comprende la scrittura e l’espressione orale e ha come obiettivo principale quello della persuasione. 

Alcune volte può capitare che l’inserimento di una figura retorica in una frase rende il significato del messaggio un po’ artificioso o forzato, come se si creassero delle deviazioni rispetto al discorso centrale. 

In una forma più letteraria, tutte le figure retoriche sono chiamate anche “tuoni nella notte” oppure “luci del discorso” proprio per la loro capacità di attrarre l’attenzione dell’ascoltatore. 

Le figure retoriche hanno la capacità di far vedere le cose con le parole o di coinvolgere con il suono o con un ritmo.  

Ma a cosa servono le figure retoriche? Le figure retoriche servono per creare un effetto di “straniamento”, uno scarto tra il linguaggio piatto e spoglio e una forma espressiva più luminosa e colorata. 

Il compito delle figure retoriche è quello di dare una connotazione al discorso, distinguono il discorso dal “grado zero” della denotazione. 

In realtà, quando parliamo in italiano, raramente formuliamo espressioni puramente denotative-informative. 

Il linguaggio italiano, infatti, è ricco di costruzioni, amplificazioni, parallelismi che rendono ogni comunicazione connotativa. 

Sono tanti i motivi per studiare l’italiano da autodidatta; in tal caso cerca di dedicare molto tempo allascolto della lingua italiana. 

Ti sarai accorto senza troppo impegno che per imparare l’italiano c’è bisogno di viverlo. Potresti pensare di viaggiare in Italia per un periodo non troppo breve in modo da entrare a contatto con la quotidianità delle persone e scoprire quali sono le particolarità della lingua italiana e come vengono usate. 

Prima di definire una lista di tutte le figure retoriche più conosciute è bene sapere perché imparare le figure retoriche nello studio della grammatica italiana

  1. Figura retorica: significato preciso o vago che abbia può essere utilizzata per attrarre l’attenzione, per far memorizzare un concetto, per coinvolgere l’uditore o il lettore. 
  1. Per far imparare l’italiano ai bambini si possono creare dei giochi con l’utilizzo delle figure retoriche. Se qualcosa è difficile da esprimere a parole si possono utilizzare suoni e figure.
  1. La figura retorica con significato specifico all’interno di un’opera letteraria e poetica ci permette di apprezzarla maggiormente. Conoscere il significato della figura retorica ci aiuta a interpretare il messaggio letterario. Spesso, le figure retoriche sono la prima cosa a cui ricorrono i poeti. 

Figure retoriche principali: quali e quante sono? 

Le figure retoriche principali si possono contare sulla punta delle dita. 

Sono, spesso, ricorrenti in quasi tutti i componimenti scritti in italiano, che siano ricette di cucina oppure opere poetiche. 

Potremmo dire che, pur non conoscendone il significato, le figure retoriche sono entrate a far parte del linguaggio comune degli italiani

Gli studiosi hanno suddiviso le figure retoriche in categorie diverse. In sostanza, hanno cercato di classificarle in base alla strategia linguistica che le contraddistingue. 

Alcune figure retoriche, infatti, fanno leva sul ritmo della frase, altre sui concetti del periodo e altre ancora sulla posizione delle parole in un enunciato. Sicuro è che tutte le figure retoriche sono utilizzate anche più di una volta in una sola frase. 

Suddividere le figure retoriche in categorie per significato potrebbe essere la strada più veloce per apprendere e memorizzare velocemente il loro uso. 

Per questo motivo, ti aiutiamo ad imparare velocemente l’italiano attraverso una suddivisione per concetto delle figure retoriche con significato. 

  • Le figure retoriche di pensiero e di concetto riguardano l’idea o l’immagine veicolata da una frase. 
  • Le figure retoriche di dizione o di parola, invece, sono relative alla forma della parola. 
  • Esiste poi la figura retorica di significato o di significazione che fa riferimento al senso della parola. 
  • Quando pensi alla scelta della parola puoi usare figure di elocuzione
  • Se ti trovi a leggere in italiano un enunciato o un componimento poetico e noti che la posizione delle parole è particolare, allora potrebbero essere state utilizzate figure retoriche di costruzione. 
  • E se, infine, leggendo riesci a percepire la musicalità del brano allora sono state usate figure retoriche di ritmo

Elenco e significato delle figure retoriche più importanti

Arrivati a questo punto, ecco a te un elenco delle figure retoriche più importanti della lingua italiana con una spiegazione e un esempio. 

Questa lista di figura retorica significato e modalità d’uso ti sarà sicuramente utile. 

  1. SIMILITUDINE

Probabilmente la figura retorica più conosciuta e utilizzata in Italia. La similitudine fa parte della categoria delle figure retoriche di significato. 

La similitudine evidenzia un rapporto di somiglianza tra due azioni, concetti, personaggi, immagini, avvenimenti, stati d’animo ecc. 

Il collegamento tra le due parti del discorso avviene chiaramente con un avverbio di paragone oppure con una locuzione avverbiale: come, simile a, sembra, così, quale, quanto. 

Un esempio è la frase “Giovanni in classe è muto come un pesce

  1. METAFORA

Ecco la regina di tutte le figure retoriche. Quando si cerca di spiegare ad uno studente in modo semplificato cos’è una metafora, si usa dire che è un paragone senza il “come”. 

Attenzione però ad utilizzare questa definizione in un corso universitario con il vostro professore. Cercate, piuttosto, di trovarne una più adatta. 

Metafora è un termine che deriva dal greco e vuol dire “trasferire”. Per questo motivo, la metafora indica una similitudine condensata in cui il primo termine di paragone rimane sottinteso. 

Solitamente, quando si sottintende uno dei termini è perché è implicita una somiglianza qualitativa, una caratteristica che lascia sottintendere il significato. 

Ad esempio, nella frase “Andrea è una volpe” si utilizza una metafora per intendere che Andrea è astuto come una volpe. 

  1. ALLEGORIA

Dal greco “parlare diversamente”, l’allegoria è una figura retorica di significato che incontriamo spesso in letteratura

Si utilizza, di frequente, per raccontare una storia che non si limiti al significato specifico delle parole che si utilizzano ma che conservi, appunto, un significato allegorico. 

L’intero racconto di una vicenda, seppure letteralmente ha un significato, deve essere interpretato in modo diverso da quello che appare. 

Spesso l’allegoria rimanda a valori metafisici, filosofici e morali. Il più grande esempio di allegoria è la Divina Commedia di Dante Alighieri. Se studi l’italiano, sicuramente ti sarai approcciato a questa opera immensa. 

Ecco, conoscere la figura retorica dell’allegoria ti aiuterà a capire sin da subito il significato altro delle parole che Dante utilizza. 

  1. METONIMIA

Questa figura retorica altro non fa che sostituire un termine con un altro in base ad un rapporto logico che lega il significato dei due. 

La metonimia può avvenire per rapporto di causa/effetto (“guadagnarsi il pane con la fatica”), di materia/oggetto, di contenente/contenuto (“bere un bicchiere”), di astratto/concreto, di opera/autore, di mezzo/persona. 

In sostanza, dunque, le due parole appartengono allo stesso campo semantico.

  1. SINEDDOCHE

La posizioniamo subito dopo la metonimia per aiutarti ad apprendere le differenze. Tra tutte le figure retoriche, la sineddoche è quella che intrattiene un rapporto di tipo estensionale, quantitativo tra i termini. 

Una sineddoche può essere: la parte per il tutto (“tetti” al posto di “case”), il singolare per il plurale, il genere per la specie (“l’italiano” al posto di “gli italiani”). 

  1. SINESTESIA

Questa figura retorica associa due termini che appartengono o fanno riferimento a sfere sensoriali diverse per unirle in un’unica immagine. 

La poesia e le canzoni sono ricche di sinestesie, ad esempio il “colore del vento” di Fabrizio de André.

  1. IPERBOLE

Come dice il nome, l’iperbole è un’esagerazione nella rappresentazione della realtà. Un esempio è il famosissimo verso di Montale: “ho sceso, dandoti il braccio/ almeno un milione di scale”. 

  1. OSSIMORO

L’ossimoro accosta due termini in forte antitesi tra loro con lo scopo di creare un effetto disorientante e paradossale. 

Ad esempio: “sole notturno”, “è stato breve il nostro lungo viaggio”, “amara dolcezza”

  1. EUFEMISMO

“Hai detto un eufemismo!” Ecco che si utilizza quando una parola considerata scomoda, offensiva o imbarazzante viene sostituita con una maggiormente accettata. 

Parlare di “operazione militare” al posto di utilizzare il termine “guerra” è un eufemismo. 

  1. ONOMATOPEA

Questa è una figura fonica che consiste nell’imitazione di un rumore con la creazione di un termine. L’onomatopea primaria può essere “tic-tac” per “orologio”; secondaria diventa “ticchettio”. 

Come puoi notare, si forma una nuova parola dal parafrasare un suono. 

In poesia le opere di Palazzeschi e Marinetti sono tra le più conosciute per l’utilizzo di molteplici onomatopee. 

Spesso, questa è la figura retorica associata ai bambini che sono soliti riprodurre i suoni che ascoltano per la prima volta. 

Queste sono solo dieci figure retoriche tra le più comuni ed utilizzate. Se vuoi scoprire tutte le figure retoriche continua il tuo studio di italiano. 

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Come si usano le figure retoriche? 

Conoscere le principali figure retoriche in italiano, sapere quali sono, saperle utilizzare e riconoscere è utile non solo agli studenti che devono affrontare l’analisi del testo letterario, ma anche ai lettori in generale. 

Se stai imparando l’italiano apprendere come si usano le figure retoriche può darti una marcia in più. Se, ad esempio, pratichi esercizi di scrittura, è molto utile conoscere tutte le figure retoriche

Ricorda sempre: la pratica rende perfetti!

Esercitati a costruire figure retoriche nei tuoi scritti in italiano e a comprenderne il significato nelle opere letterarie, nelle pubblicità ascoltate in televisione e nelle conversazioni di tutti i giorni. 

Se studi italiano con l’aiuto di un tutor linguistico madrelingua potrai sicuramente migliorare la tua conoscenza di questa lingua. 

Impara l’italiano su italki. Puoi trovare un gran numero di professori di italiano che costruiranno un programma adatto a te e alle tue esigenze. 

In questo caso, ad esempio, puoi proporre di leggere in italiano libri e poesie che contengono figure retoriche ed esercitarti a scoprirne il significato. 

Buon divertimento con la lingua italiana!

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