L’hindi è una delle lingue più parlate al mondo insieme all’inglese, allo spagnolo, al cinese e all’arabo. Più di mezzo miliardo di persone lo parlano, e circa la metà di queste sono madrelingua, soprattutto del nord dell’India.

Se questi numeri ti incuriosiscono e stai valutando di imparare l’hindi da zero, in questo articolo ti aiuteremo a muovere i primi passi spiegandoti in modo facile da dove cominciare. 

Tutto pronto? Si parte!

Il primo contatto con lo studio di una lingua straniera avviene osservandone l’alfabeto. 

Precisiamo sin da subito, per evitare timori, che l’alfabeto hindi può essere scritto anche con l’alfabeto latino. 

Se, però, sei davvero interessato ad imparare l’hindi, dovresti investire il tuo tempo nell’apprendimento della scrittura Devanagari.

Il Devanagari è un alfabeto abugida dell’India e del Nepal ed è la principale scrittura utilizzata per scrivere in Hindi, Marathi e Nepali. 

Si scrive da sinistra a destra, è sprovvisto di maiuscole e minuscole ed è riconoscibile per la caratteristica linea orizzontale che corre lungo le parti superiori delle lettere, collegandole una con l’altra. 

A differenza dell’alfabeto italiano in cui si contano cinque vocali, nella lingua indiana le vocali sono 11. La particolarità è che alcune di queste vocali sono indicate con segni diacritici o simboli aggiunti alle lettere dell’alfabeto che servono per indicarne la pronuncia.  

Le vocali nella lingua hindi hanno due forme: una forma per quando sono usate da sole e una forma per quando la vocale è unita a una consonante in una parola. 

Per imparare l’hindi da zero le vocali sono un ottimo punto di partenza.

  • a e आ a

अ non cambia la consonante, quindi se vedi una consonante senza un simbolo di modifica, avrà questo suono di vocale.

Quando आ viene aggiunto ad una consonante, si aggiunge il simbolo ा alla fine della consonante (per esempio, न na diventa ना naa quando आ viene aggiunto ad essa).

  • i e ई ee

Quando इ è aggiunto ad una consonante, si aggiunge il simbolo ि al lato sinistro della consonante (prima della consonante).

Quando ई viene aggiunto ad una consonante, si aggiunge il simbolo ी al lato destro della consonante (dopo la consonante).

  • u e ऊ oo

Quando उ è aggiunto ad una consonante, si aggiunge il simbolo ु sotto la consonante.

Quando ऊ si aggiunge ad una consonante, si aggiunge il simbolo ू sotto la consonante.

  • e e ऐ ai

Quando ए viene aggiunto a una consonante, si aggiunge il simbolo े sopra la consonante.

Quando ऐ si aggiunge ad una consonante, si aggiunge il simbolo ै sopra la consonante.

  • o e औ au

Quando ओ è aggiunto ad una consonante, si aggiunge il simbolo ो alla destra della consonante (dopo la consonante).

Quando औ viene aggiunto ad una consonante, si aggiunge il simbolo ौ alla destra della consonante (dopo la consonante).

  • ri

Quando ऋ è aggiunto a una consonante, si aggiunge il simbolo ृ sotto la consonante.

Questa vocale non è molto comune in hindi e si trova solo nelle parole hindi di origine sanscrita.

L’alfabeto hindi: tutto quello che devi sapere 

L’India ha una vasta diversità culturale e linguistica. 

Per questo motivo, le scritture sono tante e i caratteri linguistici sono diversi. 

Tuttavia, intorno al III secolo a.C. si è sviluppato l’alfabeto Brahmi, base di molte delle scritture indiane di oggi. Tra queste, l’alfabeto devanagari, il bengalese, il tamil, il telugu e tanti altri, fanno riferimento all’alfabeto Brahmi. 

Tra le scritture più utilizzate in India, il devanagari è sicuramente quella più conosciuta. Potremmo, infatti, dire che è la scrittura ufficiale dell’hindi e, di conseguenza, la lingua ufficiale dell’India. 

L’alfabeto devanagari è anche utilizzato per scrivere altre lingue come il sanscrito, il nepalese e il marathi.

Ma se ci sono così tanti tipi di alfabeti, allora quante lingue si parlano in India? Le lingue ufficiali riconosciute dal governo indiano sono 22. 

  1. Hindi
  2. Bengalese
  3. Telugu
  4. Marathi
  5. Tamil
  6. Urdu
  7. Gujarati
  8. Kannada
  9. Oriya
  10. Punjabi
  11. Malayalam
  12. Assamese
  13. Kashmiri
  14. Sindhi
  15. Sanscrito
  16. Konkani
  17. Manipuri (Meitei)
  18. Nepalese
  19. Bodo
  20. Santhali
  21. Maithili
  22. Dogri

Nonostante 22 lingue siano già un numero elevatissimo, in India si parlano anche altre lingue regionali e dialetti. In totale si stima che in India siano parlate oltre 1600 lingue diverse. 

Quali e quanti sono i caratteri indiani? 

L’alfabeto indiano varia a seconda della scrittura utilizzata. 

L’alfabeto devanagari, utilizzato per scrivere in hindi, è composto da 46 caratteri. Devi sapere, però, che esistono moltissime varianti regionali che portano il numero dei caratteri ad oltre 60. 

L’alfabeto bengalase, ad esempio, conta 50 caratteri, quello tamil ha 12 vocali e 18 consonanti. 

In generale, l’alfabeto indiano può essere piuttosto complesso e ha molte varianti a seconda della scrittura e delle lingue che vengono utilizzata per scrivere.

Quando si impara l’hindi bisogna soffermarsi sull’apprendimento di verbi e sostantivi. 

I sostantivi rappresentano il vocabolario di una lingua: nomi di oggetti, luoghi, emozioni, animali e persone. Nella lingua hindi, come in italiano, tutti i sostantivi hanno un genere: maschile (M) o femminile (F). 

Per imparare l’hindi, conoscere il genere dei sostantivi è essenziale per riuscire a parlare e scrivere correttamente. 

Scegli un buon metodo di studio che ti permetterà di memorizzare i sostantivi in indiano anche con le differenze di genere e numero.

Una regola generale per capire il genere di un sostantivo è guardare con che vocale terminano: le parole che terminano con la vocale aa sono solitamente maschili, mentre le parole che terminano con la vocale ee sono solitamente femminili. 

Nonostante questo, ci sono molte eccezioni, quindi è importante assicurarsi sempre di quale sia il genere di ogni sostantivo attraverso la memorizzazione e la pratica.

Ecco un esempio: la parola “ragazzo” si traduce con “लड़का larkaa” (maschile) e la parola “ragazza” si traduce con “लड़की larkee” (femminile). In questo caso si applica la regola generale. 

In altri casi, sostantivi come “केला kelaa” (banana, maschile) e “मेज़ mez” (tavolo, femminile) o ancora “घर ghar” (casa, maschile) sono tutte eccezioni alla regola generale che abbiamo visto.

In maniera simile a quanto accade per i sostantivi, i verbi in hindi devono essere accordati alle categorie grammaticali come il numero e il genere.

Per esempio, per il verbo all’infinito “होना honaa” (verbo essere), la coniugazione diventa:

  • मैं हूँ main hoon – io sono
  • तूहै too hai – tu sei (colloquiale)
  • तुम हो tum ho — Tu sei (informale)
  • आप हैं aap hain – Tu sei (formale)
  • यह है yah hai – lui/lei/questo è
  • वह है voh hai – lui/lei/quello è
  • हम हैं ham hain – Noi siamo
  • ये हैं ye hain – questi/loro sono
  • वे हैं ve hain – quelli/loro sono

Nella lingua hindi esistono tre coniugazioni relative al genere nel presente dei verbi:

  • Per i soggetti maschili singolari, lasciate perdere l’infinito ना naa e aggiungete ता taa.
  • Per i soggetti maschili plurali, lasciate perdere l’infinito ना naa e aggiungete ते te.
  • Per i soggetti femminili singolari o femminili plurali, lascia cadere l’infinito ना naa e aggiungi ती tee.

Dato che in hindi ci sono molti tempi verbali, la miglior cosa è affidarsi ad un libro di testo o ad altri materiali didattici per imparare le coniugazioni dei verbi, soprattutto per quelli oltre il semplice tempo presente. Anche avere un buon dizionario sarà sicuramente di aiuto.

Cosa aspetti? Comincia subito ad imparare l’hindi! Non importa se parti da zero. 

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