Di solito, quando ci ritroviamo a parlare della Cina e della lingua cinese, ci sembra di parlare sempre di una cultura estremamente distante, vuoi per la collocazione geografica – così lontana da quella dell’Italia- vuoi per tantissime differenze culturali che non fanno che caricare ulteriormente di fascino la lingua e la cultura cinese. Sono tantissime, infatti, le curiosità che possiamo elencare e raccontare sulla Cina e sui suoi abitanti, tra usi e costumi, accadimenti storici, luoghi estremamente affascinanti, aneddoti, leggende, personaggi incredibilmente carismatici, racconti e – soprattutto – espressioni tipiche e modi di dire.

E sono tantissimi anche i segreti celati dietro quello che è il mondo orientale e dietro questa bellissima lingua, tanto che, spesso, è davvero difficile ricordarli e impararli tutti. Del resto, quando parliamo di Cina ci riferiamo sempre e comunque a una nazione che ha un’estensione di quasi 10 milioni di chilometri quadrati e che presenta una popolazione che arriva a quasi 1,5 miliardi di persone in totale. Parliamo, quindi, del 20% della popolazione mondiale: un numero incredibile, anche solo da immaginare.

Per questo, il più delle volte, ci è difficile raccontare questo Paese nella sua interezza e, allo stesso modo, è difficile capire e imparare tutte le curiosità che lo caratterizzano, essendo davvero tantissime. Ad esempio, lo sapevi che gli scooter elettrici sono il mezzo principale di locomozione con cui di solito ci si muove nelle grandi città?

E che a Pechino per acquistare una macchina è praticamente obbligatorio partecipare a una specie di lotteria per aggiudicarsi il permesso di comprarla, proprio per provare a contenere i problemi di sovrappopolazione e quelli di inquinamento? Sai anche, per caso, che a Longmen esistono dei tronchi che vengono dipinti di bianco nella parte bassa, prima dell’inizio dell’inverno? Le ragioni sono molteplici e sono da ricercare in diverse situazioni: rendere i limiti della strada visibili, riflettere la luce, repellere e allontanare gli insetti.

Potremmo continuare a elencare tutte le meravigliose particolarità della cultura cinese, ma, tra tutte, quelle che spiccano maggiormente sono le particolarità linguistiche. Vediamone 5 più nel dettaglio, tra somiglianze e differenze con i nostri modi di dire.

Non si va al tempio senza una ragione

Una delle espressioni più peculiari della lingua cinese è quella che segue: 无事不登三宝殿 (wúshìbùdēngsānbǎodiàn). Parliamo di un modo di dire che letteralmente significa “non si va al tempio senza una ragione” e che attiene a tutte quelle situazioni in cui non ci si fa vedere se non per bisogno o per un qualche interesse personale.

Un’espressione estremamente particolare, che esprime il rapporto tra la cultura cinese e la religione, un aspetto della vita in Cina indubbiamente importante. Interessante da notare in questa espressione è la parte relativa a 三宝 (sānbǎo), che è un’espressione che identifica i cosiddetti tre gioielli della cultura cinese:il buddhismo, il taoismo e il confucianesimo.

Parli di Cao Cao e Cao Cao arriva

Questa espressione estremamente interessante si trascrive nel modo che segue: 说曹操曹操就到 (shuōCáoCāo CáoCāojiùdào). Questo è un modo di dire estremamente caratteristico e tipico della lingua e della cultura cinese, e che traduce quel modo tipico di dire italiano “quando parli del diavolo spuntano le corna”. In cinese, questo detto si trasforma e diventa “parli di Cao Cao e Cao Cao arriva”, anche se, in questo caso, Cao Cao non è esattamente riconducibile alla figura del diavolo.

È piuttosto la figura di un funzionario, un poeta e un generale che è storicamente esistito in Cina. Un personaggio che si è poi trasformato nel cattivo per antonomasia all’interno del romanzo dei Tre Regni, un’opera letteraria importantissima della cultura cinese, scritta nel XIV secolo.

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Tenere il piede in due scarpe

Questa espressione, che si propone di tradurre quello che è il nostro modo comune di dire “tenere il piede in due scarpe”, viene scritta in lingua: 脚踩两只船 (jiǎocǎiliǎngzhīchuán). In cinese, però, questa frase assume tutt’altro significato e diventa: “fare un passo in due barche”.

Un modo di dire estremamente indicativo del legame della cultura cinese con l’acqua, elemento a cui è legata fin dalle sue origini più remote. Del resto, la culla della vita e della civiltà cinese si è sviluppata proprio lungo il Fiume Giallo, il corso d’acqua che ha visto le origini della Cina, che si è espansa più a sud in seguito a conflitti con popolazioni nomadi, abbandonando l’esclusività delle rive del fiume.

Andarsela a cercare

Anche questo modo di dire è abbastanza simile al nostro, in cinese: 没事找事 (méishìzhǎoshì) ricorda molto il nostro “andarsela a cercare”, solo espresso in maniera leggermente diversa. In cinese, infatti, diventa “non c’è problema, trovare problema”, che vuol dire darsi fastidio, crearsi fastidio, senza alcun tipo di motivo. Una situazione in cui non si avrebbe alcun tipo di motivo di infastidirsi ma che, per tutta una serie di circostanze, si finisce per infastidirsi lo stesso.

Facile come soffiare via la cenere

Un’altra espressione abbastanza usata ed estremamente poetica della lingua cinese è la seguente: 不费吹灰之力 (bùfèichuīhuīzhīlì). Significa letteralmente “facile come soffiare via la cenere” e riguarda la possibilità di ottenere qualcosa con facilità. A caricare ulteriormente di una certa poesia questo modo di dire, c’è l’aspetto delle assonanze e delle omofonie, capaci di dare adito a tutta una serie di credenze e di atti scaramantici.

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