Il giapponese è una lingua antica e dalle origini oscure. Parlata dai 126 milioni di abitanti del Paese del Sol Levante, attrae ed è studiata da sempre più persone. Persone che, in qualche modo, subiscono la magia di una cultura tanto distante dalla nostra, quanto affascinante.

Imparare il giapponese, però, non è semplice. I diversi gradi di formalità e l’omissione di parti delle frasi, come il soggetto, lo rendono all’inizio astruso e complesso. L’alfabeto, inoltre, è composto da ben 4 sistemi di scrittura diversi, il che può creare confusione.

Fortunatamente, ci sono anche aspetti che rendono la lingua facile da imparare: la mancanza di generi, di plurale, di coniugazione dei verbi nelle diverse persone, ma soprattutto la pronuncia. La pronuncia giapponese, infatti, non è complicata: il suo sistema fonetico è composto da suoni che esistono anche in italiano e nelle lingue a noi familiari. Certo, ci vuole parecchia pratica per ottenere una buona pronuncia, ma non è impossibile.

In questo articolo ti daremo alcuni consigli su cosa evitare per migliorare la tua pronuncia giapponese. Alla fine, invece, vedremo insieme un breve e facile esempio di pronuncia: i numeri giapponesi. Buona lettura!

Pronuncia giapponese: 10 cose da evitare

Come dicevamo, per molti versi la pronuncia giapponese è semplice, e se ne imparano velocemente le basi.

Ma allora, quali sono le trappole in cui si può incorrere nel praticare la pronuncia di questa lingua? Vediamole insieme.  

1. Basarti sulla singola lettera

1. Basarti sulla singola lettera

Come dicevamo, in giapponese ci sono 4 sistemi di scrittura. Quelli su cui ci si può concentrare per imparare la pronuncia sono 2, i cosiddetti kana: nel dettaglio, hiragana e katakana. Si tratta di sillabari, in quanto ogni segno corrisponde a una sillaba.

A sua volta, ogni sillaba è composta da una delle cinque vocali o da una combinazione di vocale e consonante. C’è un’unica eccezione: ん, pronunciato “n”, che è l’unico suono composto solo da una consonante. Nella pronuncia, quindi, dovrai sempre considerare la sillaba e non la singola lettera, come accade invece in italiano.

C’è però una buona notizia: in totale, i suoni che compongono questi sillabari sono 46, quindi un numero tutto sommato contenuto.

2. Dimenticarti che esistono le vocali lunghe

Le vocali in giapponese si pronunciano esattamente come in italiano. Non male, no?

Però c’è un aspetto di cui tener conto: se accompagnate da un segno particolare, le vocali raddoppiano la lunghezza del loro suono. Quando questo accade, ci si deve soffermare sulla pronuncia della vocale come se ci fossero due sillabe.

È importante rispettare la corretta pronuncia della vocale allungata, perché a volte fa la differenza nel significato di una parola. Ad esempio, la parola “obasan” (signora) si differenzia da “obaasan” (nonna) solo per la lunghezza della vocale. 

3. Dimenticarti che a volte le vocali scompaiono

A volte le vocali vengono allungate, mentre a volte… scompaiono! Questo particolare fenomeno riguarda le vocali “i” e “u”, che in alcuni casi vengono “mangiate” nella pronuncia della parola. Si tratta di una delle magiche contraddizioni della pronuncia giapponese. Aggravata però dal fatto che, se il caso dell’allungamento è segnalato da un simbolo, la scomparsa delle vocali va memorizzata.

Non esiste infatti una regola precisa. Solitamente, le due vocali in questione diventano più deboli se si trovano tra alcune consonanti particolari; come “ch”, “f”, “h”, “k”, “p”, “s” e “t”. 

La “u”, tra l’altro, ha già normalmente un suono un po’ diverso dall’italiano, più accennato. Perciò, quando avviene la sparizione, non si sente proprio.

Come fare quindi a non cadere in questa trappola di pronuncia? Purtroppo, c’è un unico modo: memorizzare ed esercitarti tanto nell’ascolto.

4. Sbagliare la pronuncia dei suoni con consonanti

Anche le consonanti si pronunciano più o meno come in italiano. Ci sono però delle differenze di cui bisogna tenere conto. Le principali sono queste:

  • “s”: è sempre sorda, come nella parola “sottile”;
  • “f”: va sempre leggermente aspirata, come se fosse una via di mezzo tra le lettere “h” e “f”;
  • “y”: va pronunciata come la i in italiano;
  • “ch”: al contrario dell’italiano, si tratta del suono di una c dolce, che si pronuncia quindi come in “cioè”;
  • “sh”: è il suono che corrisponde al nostro “sc”, come in scivolare;
  • “j”: va pronunciata come una “g” dolce, come in “giostra”;
  • “g”: al contrario, qui la pronuncia è sempre dura, e si pronuncia perciò come fosse il “gh” in italiano. Ad esempio, “gheriglio”;
  • “z”: la sua pronuncia è sempre dolce e corrisponde alla nostra “s” sonora, come nella parola “dose”.

5. Pronunciare la “r” come in italiano

Un capitolo a parte merita la lettera “r”. Si tratta infatti di una delle più grandi difficoltà per gli italiani che imparano la pronuncia giapponese.

In italiano, pronunciamo la “r” portando la lingua sulla parte bassa del palato, vicino alle gengive degli incisivi superiori. Dopodiché, soffiamo l’aria, e lasciamo la lingua morbida. In questo modo, la lingua vibra al passaggio dell’aria e produce il suono tipico della nostra erre.

In giapponese, invece, la “r” viene prodotta con un movimento più secco, quasi uno scatto. Si posiziona sempre tra il palato e le gengive, ma in modo veloce e con meno vibrazione. Il risultato è quel suono particolare intermedio tra “r” e “l”, che noi occidentali spesso proviamo a imitare e sbagliamo.

6. Dimenticare la pronuncia della “h”

In Italia abbiamo la tendenza a snobbare la povera “h”. Ne ricordiamo l’esistenza solo quando è accompagnata alla “c” o alla “g”, come, ad esempio, nella parola “chiostro”. In giapponese, invece, la pronuncia dell’“h” non è muta, ma aspirata. Questo non significa che dovete aspirare mentre la pronunciate. Anzi, in pratica è il contrario: l’aria va esalata, un po’ come quando si respira a fondo.

7. Dimenticarti che esiste una semi-consonante

…E che si tratta della “w”. Questa semi-consonante si può trovare solo seguita dalle vocali “a” e “o”. Si pronuncia come una “u” molto rapida, quasi senza farla sentire, piuttosto allungando il suono che la precede.

Facciamo un esempio: la parola Kowai non si pronuncia, dunque, “kovai”, ma in un modo più simile a “koouai”.

8. Non fare attenzione al tono

Mentre la pronuncia della nostra lingua si basa sugli accenti, la pronuncia giapponese si basa sul tono. In molti contesti, questo tono viene definito “pitch accent”, e può essere alto o basso. Non si tratta di una piccolezza: come nel caso delle vocali allungate, sbagliare il tono può far cambiare il significato di una parola. E questo può accadere anche quando ci sono parole con una stessa pronuncia.

Facciamo due esempi: “pioggia” e “caramella” si traducono entrambe con “ame”; nel primo caso il pitch accent è sulla prima sillaba, mentre nel secondo caso sulla seconda. Allo stesso modo si comportano “adesso” e “soggiorno”, che di traducono entrambe con “ima”.

9. Non avere pazienza e non praticare abbastanza

Come avrai capito, la pronuncia giapponese naturale, pari a quella di una persona madrelingua, non è raggiungibile in poco tempo. Quindi, non dovrai scoraggiarti e demordere, bensì dovrai avere pazienza. Può sembrare un consiglio banale ma, soprattutto se si studia da soli, è facile fare errori e sarà difficile correggerli.

Sarà necessario, quindi, ripetere e praticare per molte ore. Con la costanza, riuscirai a raggiungere risultati sorprendenti.

10. Non usare supporti multimediali

10. Non usare supporti multimediali

Sono il miglior modo per esercitare e allenare la pronuncia giapponese, specialmente in mancanza di persone madrelingua con cui conversare. CD, film, ma anche musica, podcast e audiolibri: sono tutti metodi validi, e ti daranno un grande aiuto. Perciò non dimenticare di utilizzarli.

Inoltre, ci sono vari siti sui quali è possibile scoprire la pronuncia di molte parole ed esercitarla. Un esempio di questi siti è il famoso Forvo, che è utile e ben realizzato.

Pronuncia dei numeri giapponesi

Come promesso all’inizio dell’articolo, ecco un elenco utile per capire la semplicità della pronuncia dei numeri giapponesi. Divertiti a memorizzare i primi dieci!

  • 一 (1) Ichi. Pronuncia: “ici”.
  • 二 (2) Ni. Pronuncia: “ni”.
  • 三 (3) San. Pronuncia: “san”.
  • 四 (4) Yon o shi. Pronuncia: “ion”/”shi”.
  • 五 (5) Go. Pronuncia: “go”.
  • 六 (6) Roku. Pronuncia: “rokù”.
  • 七 (7) Shichi o nana. Pronuncia: “shici”/”nanà”.
  • 八 (8) Hachi. Pronuncia: “haci”.
  • 九 (9) Ku o Kyu. Pronuncia: “ku”/”kiu”.
  • 十 (10) Ju. Pronuncia: “giu”.

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