Ultimamente, ho guardato una serie tv Netflix intitolato How to get away with
Murder (ovvero, in italiano, Come riuscire a farla franca con l'omicidio).
Questa serie tv mi ha fatto riflettere sul tipo di lavoro che fanno gli
avvocati. Gli avvocati devono processare o difendere l'imputato
indipendentemente dalla verità. Se sei il procuratore, devi perseguire
l'imputato anche se sai che lui è innocente. E se sei l'avvocato difensore, devi
difendere il tuo cliente pur sapendo che lui è colpevole. Cioè quando fai
l'avvocato, la verità non ti può più importare. L'unica cosa che conta è mettere
l'imputato in prigione o impedire allo stato di metterlo in prigione. Se io
fossi nei panni di un avvocato della difesa che sa che il suo cliente è in
realtà colpevole, dal punto di vista morale ed etico, non sarei in grado di difendere quella persona. Dall'altro canto, se fossi il
procuratore responsabile di ritrarre come colpevole un imputato potenzialmente
innocente e ci fossero dei dubbi su chi ha veramente commesso il reato, non
credo che sarei in grado di portare avanti il processo. E se
fosse innocente e diventassi io il responsabile per la sua carcerazione? Non
potrei più vivere con me stesso! Il lavoro dell'avvocato è pericoloso a livello
psicologico perché non importa più la verità. Quello che conta è soltanto la
vittoria in tribunale, e quindi, a volte, la menzogna trionfa sulla verità. Per
essere un bravo avvocato, bisogna difendere la propria argomentazione, a
prescindere dalla verità. La serie però ci insegna che non importa quanto bravo
sia un determinato avvocato, non si può mai sfuggire alle menzogne che ci si
inventa. Le menzogne ci tormentano. Le menzogne si accumulano e diventano
sempre più complicate e difficili da conservare. Ci si perde nelle proprie
menzogne fino a che non esiste più la verità e rimane soltanto una totale confusione e
non sai più se sei una persona buona o cattiva.